Dopo un cancro al seno: come curare i disturbi menopausali da tamoxifene

Dopo un cancro al seno: come curare i disturbi menopausali da tamoxifene

Il Tamoxifene è un farmaco che agisce bloccando l’azione degli estrogeni, ormoni femminili di cui si servono alcuni tipi di tumore al seno per poter crescere. Questo tipo di trattamento viene utilizzato anche se si presenta una recidiva della malattia dopo un trattamento loco-regionale chirurgico o radioterapico. Il testosterone prodotto dai testicoli maschili stimola la crescita del tumore della prostata. Con la terapia ormonale si cerca di contrastare tale azione rallentando o bloccando la sintesi del testosterone e determinando perciò una deprivazione androgenica. Nelle prime settimane di trattamento questi farmaci possono scatenare un effetto paradossale di esacerbazione dei sintomi detto flare-up, in misura diversa da farmaco a farmaco e in relazione alle caratteristiche individuali. Sebbene interferiscano con l’attività sessuale e riproduttiva, questi medicinali non hanno una specifica attività anticoncezionale, quindi non impediscono la possibilità di una gravidanza nel corso del trattamento.

Frequenza non nota: la frequenza non può essere valutata sulla base dei dati disponibili:

  • Se ha qualsiasi dubbio sull’uso di questo medicinale, si rivolga al medico o al farmacista.
  • Devo necessariamente portare avanti questa terapia, che mi fa avvertire sempre stanchezza e dolori articolari?
  • Crampi alle gambe e mialgia sono stati comunemente riportati in pazienti in terapia con TAMOXENE.

E’inoltre utilizzato per la prevenzione del cancro mammario controlaterale (riduzione del 50% del rischio). Alcuni effetti collaterali sono attribuibili all’azione anti-estrogenica del farmaco; vampate di calore, perdite ematiche vaginali, secrezione vaginale e prurito vulvare. Il tamoxifene svolge un ruolo fondamentale nella prevenzione delle recidive nei tumori della mammella. Dal quadro che descrive, risulta che le sia stato diagnosticato un tumore della mammella di dimensioni molto piccole, in stadio IA, trattato con chirurgia conservativa, radioterapia e terapia endocrina, inizialmente con tamoxifene e decapeptyl, seguito da tamoxifene con la menopausa.

Il tamoxifene è un farmaco appartenente alla classe degli antiestrogeni selettivi, utilizzato principalmente nel trattamento del carcinoma mammario. Questo farmaco agisce legandosi ai recettori degli estrogeni presenti nelle cellule tumorali, impedendo così l’azione di questi ormoni e limitando la crescita del tumore. Il tamoxifene è spesso prescritto come terapia adiuvante dopo l’intervento chirurgico per il cancro al seno, con l’obiettivo di ridurre il rischio di recidiva. Può essere utilizzato anche in prevenzione nelle donne ad alto rischio di sviluppare un tumore al seno.

Dopo il tumore al seno quando sospendere il tamoxifene?

La decisione sulla durata ottimale del trattamento è presa dal medico oncologo basandosi su diversi fattori, tra cui il rischio individuale di recidiva e la tollerabilità del farmaco da parte del paziente. In particolare, gli inibitori del citocromo P450, come alcuni antidepressivi (fluoxetina, paroxetina), possono ridurre la trasformazione del tamoxifene in endoxifene, limitando così la sua efficacia. Allo stesso modo, i farmaci che aumentano l’attività del citocromo P450, come la rifampicina, possono accelerare il metabolismo del tamoxifene, riducendo i suoi livelli ematici. Infine, alcuni farmaci, come l’estradiolo, possono competere con il tamoxifene per il legame con i recettori degli estrogeni, riducendo l’effetto antiestrogeno del farmaco. Seppure lei sia in menopausa ogni donna continua a produrre estrogeni in sedi diverse dalle ovaie. La terapia ormonale può raggiungere le cellule tumorali micrometastatiche e riduce sensibilmente il rischio di recidiva.

Analisi Dettagliata: Farmaci che Influenzano l’Effetto del Tamoxifene

In pazienti in trattamento con tamoxifene sono stati segnalati casi di neuropatia ottica e di neurite ottica e, in un limitato numero di casi, si è verificata cecità. Prima dell’inizio del trattamento dovrà pertanto essere esclusa una possibile gravidanza. In seguito all’uso concomitante di tamoxifene e dell’inibitore dell’aromatasi letrozolo è stata osservata una riduzione delle concentrazioni plasmatiche di letrozolo del 37%. L’uso di tamoxifene in associazione con un inibitore dell’aromatasi come terapia adiuvante non ha mostrato un’efficacia migliore rispetto a tamoxifene da solo. Tali controindicazioni valgono anche per la successiva fase di allattamento al seno. Un regime dietetico adeguato può servire per limitarne le conseguenze, ma è sempre bene consultare l’oncologo prima di modificare l’alimentazione.

Pertanto, durante il trattamento con il tamoxifene, si devono evitare il più possibile i potenti inibitori di CYP2D6 (p.es. paroxetina, fluoxetina, chinidina, cinacalcet o bupropione) (vedi paragrafi 4.5 e 5.2). Il medico (o il senologo o l’oncologo) deve accertarsi che la paziente non sia in stato di gravidanza e che non assuma anticoagulanti. È importante che le persone sottoposte a trattamento con il tamoxifene non soffrano di allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti o ad altri farmaci o alimenti né di malattie epatiche, trigliceridi alti, cataratta, ictus o trombi. Anche in caso di chemio o radioterapia il tamoxifene potrebbe non essere opportuno.

Non sono stati ancora completamente chiariti gli effetti di tali osservazioni nel trattamento dei metabolizzatori lenti del CYP2D6 (vedere paragrafi 4.4, 4.5 e 5.2). Nei pazienti in cui la ginecomastia e la mastalgia sono comparse dopo la sospensione di tamoxifene, la reintroduzione del trattamento è risultata efficace. Il Tamoxifene è un farmaco non steroideo, derivato del trifeniletilene, che mostra un complesso spettro di effetti farmacologici antiestrogenici e simil- estrogenici nei diversi tessuti. Sono disponibili Pochi dati in seguito alla somministrazione di dosi da 160 mg/m2 al giorno e superiori si sono verificate alterazioni elettrocardiografiche (prolungamento dell’intervallo QT). La somministrazione di 300 mg/m2/die ha causato la comparsa di neurotossicità (tremori, iperreflessia, andatura instabile e capogiri). In pazienti in trattamento con Tamoxifene EG sono stati riportati comunemente disturbi sensoriali (inclusi parestesia e disgeusia).

Ciò può aiutare a fermare la crescita dei tumori al seno che necessitano di estrogeni per moltiplicarsi. Gli https://www.raialyoum.info/dianabol-methandienone-10-mg-elbrus-14/ LH-RH analoghi e il fulvestrant infine hanno tra gli effetti collaterali vampate di calore, il rischio di aumento del peso corporeo, disturbi uro-genitali, insonnia e sbalzi di umore. Se il tumore invece è estrogeno e progesterone negativo (e dunque non presenta i recettori per questi ormoni sulla propria superficie cellulare), la terapia ormonale è inutile.

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